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Di tutto un po'

Bachelite: la sua invenzione

Leo Hendrik Baekeland (1863/1944) un chimico americano di origine belga scoprì nel 1905 la bachelite, la prima resina sintetica.
Leo Baekeland, l`inventore della bachelite.

La bachelite è una resina artificiale termoindurente: dopo la polimerizzazione non è piu modellabile.
Leo Baekeland, emigrato in USA, era figlio di un calzolaio e aveva più di un interesse: appassionato alla chimica, non disdegnava la fisica, la matematica e l`economia. Nel suo paese bruciò le tappe della carriera accademica, essendo il classico studente modello. Fece un viaggio negli USA dove si stabilì. Ma negli States vi era una regola per gli emigranti: non avevavo accesso alle istituzioni accademiche. Fu quindi obbligato a lavorare e lo fece in un negozio di prodotti fotografici. Si mise in proprio, dimostrando di essere in grado di integrarsi e di non essere il solito intellettuale europeo. Uno dei primi successi che ebbe negli USA fu una carta fotografica che si sviluppava con la luce artificiale: era il miglioramento di un precedente ritrovato e lo chiamò Velox. Lo vendette nel 1899 a George Eastman, il fondatore della kodak, per un milione di dollari: una cifra enorme per quel periodo.

E questo era il primo periodo per Baekeland. Il secondo periodo che lo vedeva consulente nel campo dell` elettrochimica, ottenendo e sfuttando svariati brevetti.Nel 1905 nel suo laboratorio di Yonkers vicino a New York, mentre cercava un surrogato della gommalacca, combinò il fenolo con la formaldeide ottenendo la prima materia plastica di colore scuro che dal suo cognome chiamò bachelite (bakelite). Un anno dopo, nel 1906 la brevettò e la mise in produzione a scala industriale.

La prima materia plastica sintetica inventata nel 1869 dall`amerìcano John Wesley Hyatt fu invece la celluloide. Ma la bakelite aveva caratteristiche nettamente superiori e venne utilizzata per cose varie per molti anni: sostituì legno, porcellana...

A Taunton (Inghilterra) si trova il museo della bachelite con 7000 oggetti: le prime radio del 1930, i grammmofoni... ma anche tostapane, lavatrici e ferri da stiro. Si può tentare di riconoscere un oggetto in vera bachelite sfregandolo con forza col pollice sino a scaldare la superficie o immergendolo in acqua caldo: la formaldeide ha infatti un odore molto particolare. Anche il suono della bachelite è particolare: battendo due pezzi di bachhelite otterremo un rumore sgraziato, come il rumore tra due palle da biliardo.

Chimico tedesco nato nel 1835 e morto nel 1917 fu premio nobel nel 1905
Adolf von Baeyer

Altrimenti basta scaldare un ago sino ad arroventarne la punta: se intacca il materiale, non è bachelite. Questo metodo va bene anche per l`avorio.

Nel 1872 anche Adolf von Baeyer (vedi foto a destra) studiò le reazioni del fenolo con la formaldeide e stava per superare Leo Baekeland: non ci riuscì e come inventore della bachelite fu appunto riconosciuto Baekeland. L`accademia britannica della scienza conferì ad Adolf von Baeyer la medaglia d`oro nel 1881. La bachelite ebbe usi svariati: pressandola a caldo ad esempio hanno costruito i telefoni, negli USA l`hanno usato per costruire materiale bellico, ma fecero anche radio, telefoni, bussole, bigiotteria: un pò di tutto. E` un materiale praticamente indistruttibile, isolante termico, leggero, resistente al calore.
Antichità il tempo ritrovato